Due ville, un’impresa di gestione di impianti sportivi e disponibilità bancarie. È’ il patrimonio da due milioni di euro confiscato a Roberto Vacante, 52 anni, affiliato alla famiglia mafiosa catanese dei ‘Santapaola-Ercolano’.
Vacante è stato raggiunto anche dalla misura di sorveglianza speciale con obbligo di firma nel comune di residenza, per la durata di due anni e sei mesi.
Le indagini economico-finanziarie condotte dalla Dia e coordinate dalla Dda etnea hanno evidenziato una serie di beni intestati formalmente ai parenti di Vacante, ma effettivamente a lui riconducibili tramite l’intestazione alla moglie, Irene Grazia Santapaola e al fratello Giancarlo Vacante.
“Una confisca importante – ha detto il procuratore vicario Michelangelo Patanè – perché viene colpito il patrimonio di un soggetto che ha militato e si ritiene sia stato operativo, nella cosca Santapaola. Importante non solo per il valore dei beni confiscati, ma perché è la conferma che lo Stato è presente. Se la malavita si arricchisce con i traffici illeciti, grazie allo Stato questi beni vengono restituiti alla collettività e questo significa che le forze della polizia, la Procura e Dda sono quotidianamente impegnati nel contrasto dell’illegalità”.
La capacità reddituale di Vacante e del suo nucleo familiare, analizzata tra il 1988 e il 2013, ha evidenziato una sproporzione tra i proventi dichiarati e il patrimonio posseduto. Beni che secondo gli investigatori sono derivati dall’attività malavitosa di Vacante nell’ambito del clan Santapaola.
L’attività di Roberto Vacante si inquadra nella famiglia Santapaola sin dagli inizi degli anni ‘90, quando nell’ambito dell’operazione di polizia denominata ‘Vega’ fu arrestato con altri 33 coindagati tutti appartenenti al clan Santapaola in perché ritenuto responsabile di associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata alla commissione di estorsioni, rapine usura ed omicidi.
Vacante, e’ stato nuovamente arrestato nel 2000, nell’ambito dell’operazione di polizia denominata ‘Zefiro’, con altre otto persone tutte ritenute responsabili di associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata alla commissione di estorsioni ed al gioco d’azzardo.
Nuovo arresto nel 2007, nell’ambito dell’operazione della Dia denominata ‘Arcangelo’, perché responsabile di associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata alla commissione di traffico di stupefacenti ed estorsioni.
Vacante e’ stato condannato due volte, con sentenze passate in giudicato, per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso.
“E’ uno dei soggetti più vicini al clan catanese – ha detto il capo della Dia, Renato Panvino – legato anche da vincoli di parentela. L’operazione ha una duplice valenza: oltre a quella di assicurare alla giustizia i boss mafiosi, di svuotare le casse di Cosa Nostra e fare sì che le organizzazioni criminali vengano annullate in tutto”.